RAGGIRANO
I CITTADINI CON INFORMAZIONI PARZIALI E INESATTE
Di cosa
parlo?
DEL
RISCATTO DEL DIRITTO DI PROPRIETÀ DELLE CASE SU AREE EX LEGGE 167
Chi è
che raggira?
PROGETTO
BUSSERO E BUSSERO+, gruppi di opposizione in Consiglio
comunale
Quale è
il loro obiettivo?
GENERARE
CONFUSIONE NEI CITTADINI AL FINE DI CREARE INCERTEZZE ALL'ADESIONE
DELLA PROPOSTA DI RISCATTO
I FATTI
Ho
partecipato all'assemblea pubblica organizzata dai citati gruppi
consiliari per comprendere le ragioni del loro dissenso sulla
proposta deliberata dal Consiglio comunale in merito al riscatto del
diritto di proprietà delle abitazioni in aree 167.
La
possibilità del riscatto è normata da leggi che, da un lato,
fissano criteri di calcolo e di abbattimento del corrispettivo dovuto
dai cittadini che vorranno aderire, dall'altro da norme che lasciano
alla discrezionalità dei Consigli comunali la possibilità di
introdurre ulteriori riduzioni del costo del riscatto nel rispetto di
principi stabiliti.
Il
Consiglio comunale di Bussero ha approvato due delibere recependo
l'insieme delle leggi e norme vigenti per abbattere adeguatamente il
costo del riscatto.
Il
contenuto in oggetto è materia altamente sensibile, trattandosi
delle abitazioni di un terzo delle famiglie di Bussero e quanto esse
debbano pagare per il relativo riscatto.
In questa
assemblea ho assistito a diverse argomentazioni che non mi hanno
convinto.
Non entro
nel merito della discrezionalità dei consiglieri comunali sulla
possibilità di scegliere varie opzioni, come i tempi di pagamento o
gli ulteriori sconti per agevolare i cittadini. Per non parlare della
presunta sussistenza del conflitto di interesse, materia chiarita da
una dichiarazione del Segretario comunale riportata in delibera.
I
rilievi, su presunti errori nell'applicazione di norme che sono
stabilite dalla legge e confermate dalla Corte dei Conti a sezioni
riunite, sono privi di fondamento e lo dimostrerò di seguito con la
documentazione allegata.
Tali
rilievi sono stati argomentati dai relatori di Progetto Bussero e
Bussero+ mettendo in alternativa la norma prevista dalla legge
448/98 (art. 31 commi da 45 a 49) a quanto deliberato dalla Corte dei
Conti in sezioni riunite n. 22/CONTR/11 del 14-4- 2011.
Inoltre è
stato citato come riferimento quanto fatto dal comune di Reggio
Emilia in contrapposizione a quanto approvato dal comune di Bussero.
Per
scrupolo mi sono riletto la citata delibera della Corte dei Conti,
(allegata), e francamente non ho trovato nessuna contraddizione tra
la stessa e i criteri adottati dal Consiglio comunale di Bussero.
Viene infatti ripetutamente preso come riferimento la già citata
vigente legge 448/98 art. 31 commi 47- 48, (anch’essa allegata),
sia per “individuare un riferimento comune … al
fine di agevolare, in maniera indifferenziata nelle
diverse realtà locali, l’acquisizione in piena proprietà delle
aree”, sia per la determinazione del
corrispettivo: “Il comma 48 dello stesso
articolo 31 contiene alcune previsioni la cui piena
applicabilità, ad avviso del Collegio, è da ritenersi
pacifica. … Anche con riguardo specifico al sistema di
calcolo del corrispettivo, le Sezioni riunite ritengono che si
debbano in ogni caso far salvi i residui profili
disciplinari, la cui vigenza risulta confermata
dalla perdurante possibilità,attraverso la loro applicazione, di
soddisfare le esigenze di uniformità nella determinazione
del corrispettivo e le finalità agevolative sottese al disposto
normativo.
Il
corrispettivo, pertanto, deve essere in primo luogo calcolato al
netto degli oneri di concessione del diritto di superficie
rivalutati. Deve, inoltre, continuare a farsi riferimento
ad un metodo di calcolo che preveda la riduzione del 60 per cento
rispetto al valore determinabile ai fini dell’indennità di
espropriazione.”
Ho poi
letto la delibera del Comune di Reggio Emilia(allegata): anch’essa
conferma quanto disposto dal comma 48 dell'art 31 della legge 448/98,
definendo un corrispettivo per il riscatto pari al 30% del valore
venale delle aree, dal quale vengono detratti alla fine, rivalutati,
gli oneri di concessione pagati.
Orbene,
il comune di Bussero, con il criterio approvato dal Consiglio
comunale, (vedi allegato1 e allegato2), ha sostanzialmente eguagliato il comune di
Reggio Emilia, stabilendo il corrispettivo per il riscatto pari al 45% del valore venale delle aree, dal quale vengono detratti, rivalutati, gli oneri di concessione già pagati, il dovuto viene poi ridotto di un ulteriore 15% +15% +5%.
Ho voluto
approfondire prima di dimostrare quanto obiettivamente e
oggettivamente siano strumentali le posizioni sostenute dai
promotori dell'iniziativa.
Fare
oggetto di scontro politico, tra chi governa e chi sta
all'opposizione, questo tema della casa e dei soldi dei cittadini non
è una buona cosa, ma purtroppo ne ho avuto conferma dalle parole
espresse da un leader di Progetto Bussero ex candidato sindaco, che
ha invitato espressamente i cittadini a non aderire alla proposta di
riscatto.
Vorrei
solo ricordare che dieci anni fa Progetto Bussero si fece promotore
di un'iniziativa, sempre sulla 167, con il risultato di avere solo
procurato un danno economico ai cittadini aderenti in buona fede.
A
Bussero+,
che chiede ripetutamente di partecipare, vorrei ribadire che
l’attuale Amministrazione Comunale ha dimostrato, sin dal suo
insediamento, di essere aperta alla partecipazione ed ad accogliere
il contributo di tutti.
Occorre
però coerenza: ci ricordiamo tutti le posizioni espresse da
Bussero+,“non bisogna svendere la 167 è patrimonio
collettivo”, mentre oggi invece si invoca “perchè
pagare così tanti soldi?”.
Fatte
salve le diverse opzioni programmatiche e le divisioni che potranno
ancora esserci nel merito delle scelte che stanno nella
discrezionalità delle competenze dei consiglieri comunali, perchè
continuate a insinuare, senza nessun fondamento, come dimostrato
anche da questo episodio, scorrettezze nel procedimento
amministrativo, che tra l'altro sta in capo esclusivamente alla
responsabilità dei tecnici e dei funzionari comunali che debbono
esprimere sempre preventivamente il parere di regolarità e
legittimità?
Così non
si costruisce nulla.
(a.g.)
(a.g.)
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